Ritorna al calendario
20 ottobre | 9:00 - 10:00

Rehabilitation and Inclusion Management

La consulenza riabilitativa nasce intorno agli anni 20 nel 1900 per la tutela e la riabilitazione professionale di persone affette da disabilità (Nerlich et al., 2022). Diversi anni, però, dovettero passare prima che tale pratica venisse davvero accettata da un punto di vista sia legislativo che normativo; a tal proposito sono state affrontate diverse campagne per il riconoscimento e l’utilizzo di tale disciplina nel campo delle organizzazioni, nel campo sanitario e in quello sociale (Nerlich et al., 2022). Storicamente, infatti, la figura professionale del consulente riabilitativo, non venne accettata per diverso tempo neanche nelle questioni legate alla Diversità, Equità e Inclusione (DEI) (Levin et al., 2022). Soltanto nel 1981 il Journal of Applied Rehabilitation Counseling dedicò un numero speciale proprio sul potenziale consolidamento e l’importanza di una figura professionale nella consulenza riabilitativa (Phillips et al., 2022). Dal 2020, con l’avvento del COVID-19, studi scientifici hanno dimostrato diverse conseguenze legate al rientro nel contesto lavorativo a seguito di vari periodi di quarantena e lock down (Wong et al., 2022). È stato notato infatti una grande lacuna inerente alle possibili complicanze del ritorno lavorativo da arte di individui affetti precedentemente dal virus da Sars-Cov2 (Wong et al., 2022). I lavoratori hanno spesso dichiarato di non sentirsi al sicuro a seguito di possibili complicanze e sintomi post-Covid-19, da un punto di vista sia fisico che psicologico; essi hanno inoltre mostrato una scarsa presenza di assistenza sanitaria e di supporto dagli ambienti lavoratovi considerati non inclusivi (Wong et al., 2022). Un ulteriore fattore di sfida si è presentato con il graduale ritorno al lavoro che, in molti soggetti, ha portato a un maggiore senso di confusione e angoscia (Wong et al., 2022). Il ruolo del consulente riabilitativo consente, dunque, di promuovere e attuare una progressiva soddisfazione e sicurezza nel rientro lavorativo, e un maggiore adattamento tra valori personali e organizzativi (Herbert et al., 2020). Gli individui con disabilità hanno, inoltre, una maggiore probabilità di aver subito dei traumi nel corso della propria vita; di conseguenza tali esperienze e il loro impatto devono essere pienamente riconosciuti nell’ambito della consulenza riabilitativa, promuovendo, quindi, figure professionali formate sulla pratica della riabilitazione (Sullivan et al., 2019). I consulenti riabilitativi si trovano in una posizione unica per soddisfare in modo completo le esigenze dei lavoratori e, in ultima analisi, promuovere più esiti costruttivi (Sullivan et al., 2019). Il ruolo del consulente riabilitativo avrà dunque possibilità di sviluppo all’interno del settore organizzativo sia privato che pubblico, per la promozione della ricerca futura e del benessere degli individui (London et al. 2019).

Organizzato Da

Università Europea di Roma
Linguaitaliano
LISno
Ritorna al calendario
20 ottobre | 9:00 - 10:00

Rehabilitation and Inclusion Management

La consulenza riabilitativa nasce intorno agli anni 20 nel 1900 per la tutela e la riabilitazione professionale di persone affette da disabilità (Nerlich et al., 2022). Diversi anni, però, dovettero passare prima che tale pratica venisse davvero accettata da un punto di vista sia legislativo che normativo; a tal proposito sono state affrontate diverse campagne per il riconoscimento e l’utilizzo di tale disciplina nel campo delle organizzazioni, nel campo sanitario e in quello sociale (Nerlich et al., 2022). Storicamente, infatti, la figura professionale del consulente riabilitativo, non venne accettata per diverso tempo neanche nelle questioni legate alla Diversità, Equità e Inclusione (DEI) (Levin et al., 2022). Soltanto nel 1981 il Journal of Applied Rehabilitation Counseling dedicò un numero speciale proprio sul potenziale consolidamento e l’importanza di una figura professionale nella consulenza riabilitativa (Phillips et al., 2022). Dal 2020, con l’avvento del COVID-19, studi scientifici hanno dimostrato diverse conseguenze legate al rientro nel contesto lavorativo a seguito di vari periodi di quarantena e lock down (Wong et al., 2022). È stato notato infatti una grande lacuna inerente alle possibili complicanze del ritorno lavorativo da arte di individui affetti precedentemente dal virus da Sars-Cov2 (Wong et al., 2022). I lavoratori hanno spesso dichiarato di non sentirsi al sicuro a seguito di possibili complicanze e sintomi post-Covid-19, da un punto di vista sia fisico che psicologico; essi hanno inoltre mostrato una scarsa presenza di assistenza sanitaria e di supporto dagli ambienti lavoratovi considerati non inclusivi (Wong et al., 2022). Un ulteriore fattore di sfida si è presentato con il graduale ritorno al lavoro che, in molti soggetti, ha portato a un maggiore senso di confusione e angoscia (Wong et al., 2022). Il ruolo del consulente riabilitativo consente, dunque, di promuovere e attuare una progressiva soddisfazione e sicurezza nel rientro lavorativo, e un maggiore adattamento tra valori personali e organizzativi (Herbert et al., 2020). Gli individui con disabilità hanno, inoltre, una maggiore probabilità di aver subito dei traumi nel corso della propria vita; di conseguenza tali esperienze e il loro impatto devono essere pienamente riconosciuti nell’ambito della consulenza riabilitativa, promuovendo, quindi, figure professionali formate sulla pratica della riabilitazione (Sullivan et al., 2019). I consulenti riabilitativi si trovano in una posizione unica per soddisfare in modo completo le esigenze dei lavoratori e, in ultima analisi, promuovere più esiti costruttivi (Sullivan et al., 2019). Il ruolo del consulente riabilitativo avrà dunque possibilità di sviluppo all’interno del settore organizzativo sia privato che pubblico, per la promozione della ricerca futura e del benessere degli individui (London et al. 2019).

Organizzato Da

Università Europea di Roma
Linguaitaliano
LISno